La Missione Archeologica Italiana nella Piana di Erbil (MAIPE)

Luca Peyronel, Università degli Studi di Milano

La Missione Archeologica Italiana nella Piana di Erbil dell’Università di Milano indaga i siti di Helawa e Aliawa ubicati nella zona sud-occidentale della piana di Erbil. Nel passato, la fertile piana era caratterizzata da una rete di corsi d’acqua che confluivano nello Zab superiore e da vie di comunicazione est-ovest che congiungevano gli Zagros con la vallata del Tigri.

Il sito di Helawa ha documentato una ininterrotta sequenza, dal VII al IV millennio a.C. I livelli più antichi di periodo Halaf (5500-5300 a.C.) si caratterizzano per la presenza di strutture circolari in argilla pressata, mentre nel periodo di Ubaid (5300-4500 a.C.) si assiste alla comparsa di edifici domestici a pianta rettangolare e di aree per la produzione ceramica. Nel Tardo Calcolitico (4500-3700 a.C.) il villaggio si ingrandisce e diviene un importante centro per la lavorazione dell’ossidiana, con installazioni produttive, edifici di grandi dimensioni e magazzini per
la centralizzazione delle risorse e delle derrate alimentari.

È stato completamente riportato alla luce un edificio composto da un ambiente centrale e due ali laterali, distrutto da un incendio. Di eccezionale rilievo la scoperta di impronte di sigilli a stampo su cretule (grumi di argilla) apposte a contenitori, che testimoniano operazioni economiche legate alla redistribuzione di prodotti. Dopo un lungo abbandono, il sito viene rioccupato nella metà del II millennio a.C., con una residenza elitaria nella zona più elevata, ricche sepolture di adulti e bambini, accompagnate da vasi e ornamenti in argento e pietre semipreziose, quartieri abitativi e zone di lavorazione.

Il sito di Aliawa è formato da una collinetta principale ed una città bassa estesa su trenta ettari. Le operazioni di scavo hanno messo in luce i resti dell’occupazione del Bronzo Antico iniziale (periodo di Ninive 5, 3000-2800 a.C.), con strutture per l’immagazzinamento centralizzato. Agli ultimi secoli del III millennio a.C. (periodo Akkadico) si data una area con più di cinquanta fornaci per la produzione ceramica su larga scala, organizzate su terrazze disposte a quote differenti e collegate da piattaforme in mattoni.

L’insediamento raggiunge il massimo delle dimensioni nel II millennio a.C. (Bronzo Medio e Tardo). Anche in questo periodo sono presenti quartieri destinati alla produzione artigianale, come indicato dalle indagini geo-fisiche e dallo scavo di sondaggi nella città bassa. In questo periodo era in uso un ampio canale che collegava il sito con il grande centro urbano di Kurd Qaburstan.

Alla fine del I millennio a.C., in epoca Selucide (IV-III sec. a.C.), Aliawa si trasforma in un insediamento militare fortificato, ancora occupato in epoca Partica (II sec a.C. – III sec d.C.). Associato alle fasi più antiche è stato trovato un tetradrammo di argento di Alessandro Magno.

Attraverso ricerche archeologiche integrate che comprendono ricognizioni di superficie, studi geomorfologici e scavi archeologici nei due siti, è stato dunque possibile ricostruire il complesso rapporto tra comunità umane e ambiente naturale in una zona che ha avuto sempre un ruolo cruciale, dalla comparsa dei primi villaggi stanziali durante il Neolitico e Calcolitico (VI-IV millennio a.C.), poi nell’età del Bronzo (III-II millennio a.C.) fino all’epoca dei grandi imperi del I millennio a.C. e oltre ancora nel periodo islamico.

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