La mostra
La mostra dedicata alle missioni archeologiche nel Kurdistan iracheno
Sono molto lieto di introdurre questo catalogo dedicato alle missioni archeologiche italiane nel Kurdistan iracheno. Esse rappresentano il migliore esempio della collaborazione culturale e scientifica con la Regione curda e con l’intero Iraq, di cui l’Italia detiene il primato. Il nostro contributo alla valorizzazione e conservazione del patrimonio storico e archeologico è in continua crescita: ad oggi, sono ben 11 le missioni italiane nel solo Kurdistan. Abbiamo perciò voluto celebrare questo impegno con una mostra fotografica, un seminario e la realizzazione di un sito web dedicato, coinvolgendo le controparti dei Direttorati delle Antichità, nell’intento di favorire oltremodo la sensibilizzazione della popolazione e delle istituzioni locali nella promozione di questo inestimabile patrimonio universale.
Attraverso le pagine del catalogo, che si aggiunge ad un’approfondita pubblicazione promossa lo scorso anno dall’Ambasciata d’Italia a Baghdad in collaborazione con l’Istituto dell’Enciclopedia Italiana Treccani, si intende divulgare la conoscenza delle scoperte e dei ritrovamenti degli archeologi italiani. Ogni immagine racconta una storia unica e ne evidenzia il significativo contributo alla comprensione della storia di questa affascinante parte del mondo, spesso ricordata come “culla di civiltà”.
Il Sistema Italia, forte di una lunga tradizione nel campo della ricerca scientifica, su impulso del Ministero degli Esteri, partecipa al successo delle missioni con le sue varie componenti. Al riguardo, grazie anche a finanziamenti dell’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo, sottolineo la recente inaugurazione del primo Parco Archeologico dell’Iraq, a Faida e a Khinis, nel Governatorato di Duhok, che hanno ridato luce a rilievi rupestri di immenso valore, cui ha inoltre fatto seguito l’apertura del Parco Archeologico dell’antica Ninive (Mosul).
In un momento segnato dal riemergere di conflitti, il Kurdistan iracheno si iscrive a pieno titolo come nuova frontiera delle ricerche condotte dagli studiosi e questa iniziativa vuole testimoniare un elogio della diversità e della comprensione tra i popoli, nella certezza che la cultura sia il mezzo più potente per favorire il dialogo e costruire ponti di pace.
Desidero infine esprimere gratitudine agli archeologi qui impegnati che, con le loro attività, rendono lustro all’Italia mentre aiutano a preservare e valorizzare i lasciti delle diverse ere e civiltà che hanno contraddistinto la Regione, celebrando al contempo i solidi legami di amicizia tra l’Italia e il Kurdistan iracheno.
Michele Camerota
Console d’Italia nel Kurdistan iracheno