Dal 2012 il Progetto Archeologico Regionale “Terra di Ninive” (PARTeN) dell’Università di Udine indaga un’ampia regione di circa 3000 km2 nel Governatorato di Duhok. Obiettivo del progetto è quello di studiare e comprendere la formazione e trasformazione dei paesaggi archeologici di un territorio precedentemente inesplorato dal punto di vista storico e archeologico. Le attività hanno permesso di mappare oltre 1200 siti archeologici in gran parte precedentemente sconosciuti e di analizzare i processi di insediamento e sfruttamento del territorio dalla preistoria all’epoca ottomana. Inoltre, PARTeN ha condotto svariati scavi archeologici in siti chiave della regione, come il sito di Tell Gomel (l’antica Gaugamela), l’acquedotto assiro di Shiv Asha e a Khinis, la prima area di produzione vinicola identificata in Mesopotamia. In particolare, gli scavi archeologici a Gomel, concentrati in due importanti aree (una residenziale e una cimiteriale), stanno gettando nuova luce sulle antiche società urbane del Bronzo Antico e Medio (III e II millennio a.C.).
Il progetto, grazie alla stretta cooperazione con la Direzione delle Antichità di Duhok, è anche da sempre attivo nella formazione degli archeologi locali, nel coinvolgimento delle comunità della regione e nella sensibilizzazione alla protezione del patrimonio culturale.
Il Grande Parco Archeologico del sistema di irrigazione di Sennacherib
Lo studio dell’entroterra delle ultime due capitali dell’impero assiro, Khorsabad e Ninive, rappresenta uno dei principali obiettivi dell’attività scientifica del progetto PARTeN. Le nuove informazioni raccolte hanno fortemente influito sulla comprensione della struttura dell’impero e della gestione demografica, economica e ideologica del territorio nella sua regione centrale. La costruzione del monumentale sistema di irrigazione assiro (oltre 340 km di canali e corsi d’acqua canalizzati) voluto da Sennacherib (704-681 a.C.) rientrava nella strategia di sviluppo economico e demografico dell’impero. Ad accompagnare questa enorme opera ingegneristica, rilievi rupestri raffiguranti il sovrano e gli dèi d’Assiria e iscrizioni cuneiformi celebravano la trasformazione del paesaggio, attraverso il quale il sovrano legittimava il proprio potere, rivendicando, di fronte agli dèi e ai sudditi, la costruzione delle opere idrauliche che garantivano la ricchezza del paese.
Grazie al sostegno dell’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo, PARTeN è impegnato nella realizzazione un grande Parco Archeologico allo scopo di proteggere e valorizzare questo gruppo di siti unici e straordinari.
La scoperta dei rilievi rupestri a Faida: ricerca, protezione e valorizzazione
Le attività di ricerca condotte a Faida nel Kurdistan iracheno dalla missione congiunta italo-curda dell’Università di Udine e della Direzione delle Antichità di Duhok hanno consentito di portare alla luce, proteggere e valorizzare un complesso archeologico unico nel suo genere, che consiste in un canale assiro commemorato attraverso l’esecuzione di eccezionali pannelli scolpiti a bassorilievo nella roccia che costituiva la sua sponda. I tredici pannelli ritraggono un sovrano al cospetto delle principali divinità assire.
Nell’ottobre del 2022, le attività di restauro e valorizzazione del sito hanno permesso di inaugurare la prima fase del Parco Archeologico di Faida che permette la visita e la fruizione di questo straordinario sito al pubblico locale e internazionale.